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E venne il giorno della grande marcia della distruzione intellettuale in cui tutto è negato. Tutto è diventato un credo.

È una posizione ragionevole negare le pietre della strada; è diventato un dogma religioso riaffermarle. È una tesi razionale quella che ci vuole tutti immersi in un sogno; è una forma assennata di misticismo asserire che siamo tutti svegli.

Fuochi sono attizzati per testimoniare che due più due fa quattro. Spade sono sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate.

Noi ci ritroviamo a difendere non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto.

Combattiamo per i prodigi visibili come se fossero invisibili. Guardiamo l’erba e i cieli impossibili con uno strano coraggio. Noi siamo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Il tempo si fa breve.

Non praevalebunt.